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Una sottile ambiguità traspare dalla vicenda che, con sapiente spoglio di fonti archivistiche inedite, Lorenzo Tanzini ricostruisce in questo volume. La favola del chierico lussurioso, tratta da Il Novellino e posta strategicamente in premessa, accosta subito il lettore ai motivi del doppio e del rovescio. Un pievano accusato dal vescovo di accompagnarsi a donne pagate con denari della sua chiesa, che sorprende astutamente il suo accusatore mentre commette il suo stesso illecito. Fino a ottenere una seconda sentenza di assoluzione e beneficiare del perdono da parte del suo superiore. L’Autore, tuttavia, descrive non tanto la Chiesa della crisi, segnata
dalla degenerazione e dalla corruzione. Non asseconda un certo cliché inaugurato dagli stessi narratori di novelle, da Boccaccio a Bracciolini passando attraverso Chaucer e Sacchetti, e poi assunto dalla storiografia a chiave interpretativa ormai superata. La sua è piuttosto «Chiesa del diritto »1. Che trova nel diritto la sua architettura portante. Più che al diritto dotto, largamente studiato e noto, l’Autore ispeziona un oggetto appena sfiorato dalla ricerca, specialmente per le non sempre generose condizioni dei documenti: la prassi giudiziaria dei tribunali vescovili nella Toscana del secolo XIV. Del resto, la stessa favola del chierico lussurioso e i suoi epigoni successivi, soprattutto il Decameron di Boccaccio, mostrano un contatto privilegiato con la dimensione giudiziaria prima ancora che morale……Continua a leggere

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