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1. Note introduttive
Nella prospettiva del codice civile – tradizionalmente improntata alla tutela del credito – il mutamento delle condizioni patrimoniali del debitore, quando suscettibile di compromettere il soddisfacimento dell’obbligazione, attiva una risposta netta e univoca del sistema: la predisposizione di strumenti giuridici volti a rafforzare la posizione del creditore, anche attraverso forme di autotutela o tutela cautelare anticipata. Si conferma così una concezione del rapporto obbligatorio saldamente ancorata all’adempimento quale regola e fondamento della responsabilità contrattuale. Tuttavia, questa impostazione, per lungo tempo granitica, entra in tensione con quella delineata dalla legge 3/2012, che si presenta come una normativa di rottura, segnando una netta discontinuità rispetto ai principi consolidati in materia di rapporto obbligatorio, responsabilità patrimoniale e obbligazioni pecuniarie1 . In tal modo, si viene a toccare il cuore stesso del libro quarto del codice civile, ossia l’impalcatura teorica e sistematica del diritto delle obbligazioni: l’impossibilità economica del debitore, tradizionalmente irrilevante nell’ambito dell’obbligazione individuale – dove conta la responsabilità per inadempimento e non la causa dell’inadempimento stesso – diventa il presupposto per accedere a una procedura che mira alla composizione globale della crisi, coinvolgendo l’intera posizione debitoria della persona fisica,